“La passione di Padre Pio”

Intervista in due parti di Tony Assante a Renzo Allegri, autore del libro La passione di Padre Pio (Mondadori, Milano, 2015).

di Tony Assante (01-02-2016)

Il 3 febbraio (giorno a me molto caro), la salma di Padre Pio lascia San Giovanni Rotondo per andare, nello spirito del Giubileo della Misericordia, pellegrina a Roma. Un viaggio-evento, voluto da Papa Francesco. Padre Pio dedicò l’intera sua esistenza terrena a “rappresentare” Dio Misericordioso nel sacramento della Confessione, ed è quindi un grande testimone di questo Giubileo. Il viaggio sta suscitando vivissimo interesse, soprattutto tra gli innumerevoli devoti del “frate con le stimmate”. In particolare, tra gli iscritti ai Gruppi di preghiera Padre Pio, ai quali Papa Francesco dedicherà una udienza speciale il giorno 6 febbraio in Piazza San Pietro. Per avere dettagli precisi su questo viaggio e sui significati storici che racchiude, abbiamo parlato con un noto studioso di Padre Pio, il giornalista e scrittore Renzo Allegri, autore di dieci volumi sul grande santo, pubblicati dalla più importante casa editrice italiana, Mondadori, e tradotti in tutto il mondo.

3Dnn+9_2C_med_9788804619710-la-passione-di-padre-pio_originalIl suo ultimo libro, che si intitola La Passione di Padre Pio, è uscito un mese fa, sempre pubblicato da Mondadori, «Padre Pio», dice Renzo Allegri «non fu un famoso predicatore e neppure uno scrittore, un conferenziere, un professore di teologia: fu un confessore. Trascorreva nel confessionale fino a 15-18 ore al giorno, e arrivavano penitenti da tutto il mondo. Per questo, Papa Francesco ha voluto che le reliquie del suo corpo mortale fossero presenti a Roma, in San Pietro, nel corso del Giubileo. Proprio per richiamare alla mente dei credenti che questo Giubileo ha il significato specifico della riconciliazione con Dio. Celebra la parabola del Figliol prodigo, che ritorna al Padre pentito dei suoi errori, per iniziare una vita nuova».

Quanto si fermerà in San Pietro il corpo di Padre Pio?

Solo alcuni giorni. Si tratta di una presenza simbolica. Ma il corpo di Padre Pio non andrà “pellegrino” solo a Roma. Nello spirito del Giubileo della Misericordia, questo suo viaggio, che si compirà dal 3 al 16 febbraio, svolgerà una straordinaria missione in diverse altre località del Sud. Tra andata e ritorno dalla Città Eterna, sono previste altre tappe, che stanno mobilitando migliaia e migliaia di persone. Nelle varie località dove il Corpo verrà esposto, confluiranno pellegrini, ci saranno cerimonie religiose, veglie di preghiera, processioni, e il tutto verrà diffuso dai giornali, dalle televisioni e dai vari altri mezzi di comunicazione. In questo modo, per due settimane il Padre sarà presente nell’opinione pubblica e potrà far giungere il suo messaggio a milioni di persone in tutto il mondo.

1Quali sono le principali tappe del viaggio?

Il 2 febbraio il corpo del Padre sarà tolto dalla cripta del Santuario a lui dedicato a San Giovanni Rotondo e portato nella Basilica superiore. Lì “assisterà” alle cerimonie per la “Giornata mondiale della vita consacrata” che si svolgeranno quel giorno con la partecipazione di religiosi e religiose provenienti da tutta Italia. Il 3 mattina, partenza da San Giovanni e, alle 9,30, breve sosta a San Marco in Lamis, cittadina dove il Padre soggiornò da giovane. Il viaggio riprenderà dopo un’ora per giungere a Roma verso sera, e verrà esposto alla venerazione dei fedeli nella basilica di San Lorenzo al Verano, dove si svolgerà una veglia di preghiera per tutta la notte. Il giorno dopo, il Corpo del Padre verrà portato nella parrocchia di San Salvatore in Lauro. In serata, in processione, raggiungerà la meta principale del suo viaggio: la Basilica di San Pietro. Nel grande tempio della cristianità si fermerà fino all’11 febbraio. In quei giorni, nel nome e nel segno della spiritualità di Padre Pio, si svolgeranno varie cerimonie con la presenza del Papa: il 6 febbraio, udienza generale a tutti i Gruppi di preghiera di Padre Pio; il 9, una Concelebrazione Eucaristica del Papa con i Frati minori cappuccini arrivati da tutto il mondo; il 10, giorno delle ceneri, Papa Francesco conferirà a 1000 sacerdoti il “mandato missionario della Misericordia”, cioè il compito di distribuire, con la predicazione e la Confessione, la Misericordia divina che, afferma Papa Francesco nella sua Bolla Pontificia Misericordiae vultus “è un mistero fondamentale della Fede”. “Questi sacerdoti”, scrive Papa Francesco “saranno, soprattutto, segno vivo di come il Padre accoglie quanti sono in ricerca del suo perdono. Saranno dei missionari della misericordia perché si faranno artefici presso tutti di un incontro carico di umanità, sorgente di liberazione, ricco di responsabilità per superare gli ostacoli e riprendere la vita nuova del Battesimo”. L’11 febbraio, in mattinata, il Corpo di Padre Pio lascerà Roma per continuare la sua missione in altre località del Sud Italia, in particolare Pietrelcina, paese natale del Santo. Sosterrà a Piana Romana, il luogo dove il Padre ricevette le stimmate invisibili nel settembre 1910, e per due giorni si fermerà nella chiesa parrocchiale che frequentava da bambino. La mattina del 14 febbraio sarà a Benevento, città della sua ordinazione sacerdotale avvenuta il 10 agosto 1910. Poi, sarà a Foggia, dove visse alcuni mesi del 1916. Il suo rientro a San Giovanni Rotondo è previsto per il giorno 15, ma, prima di riprendere il suo posto nella cripta del Santuario, rimarrà due giorni nella Casa Sollievo della Sofferenza, il grande ospedale da lui fondato e diventato uno dei più importanti d’Europa.

È vero che, in vita, Padre Pio aveva previsto questo suo viaggio?

Si racconta che, il giorno 17 febbraio 1916, quando lasciò Pietrelcina, a chi gli chiedeva quando sarebbe tornato, rispose: “Ci vedremo tra 100 anni”. Forse era solo un modo di dire, ma, guarda caso, torna nel suo paese natale proprio 100 anni dopo essersene andato.

Dal 1916, quindi, Padre Pio non ha mai lasciato San Giovanni Rotondo.

Non esattamente. Il suo arrivo a San Giovanni Rotondo risale al settembre 1916. Appena arrivato, scrisse in una breve lettera ai genitori, affermando: “Sento di rimanere qui tantissimo tempo e di non allontanarmi mai”. Si sa che egli, nel maggio 1917, fece un viaggio a Roma, per accompagnare sua sorella Graziella che si faceva suora nella congregazione delle Brigidine. Sempre in quegli anni si recò a Napoli, per ragioni di servizio militare, ma erano viaggi brevissimi. La sua residenza fissa rimase sempre a San Giovanni. Come è noto, nel corso della sua vita ci furono molti tentativi di allontanarlo da san Giovanni. I suoi nemici, le persone che lo giudicavano un imbroglione, fecero di tutto perché venisse chiuso in un convento, all’estero, e non si parlasse più di lui. Cercarono di realizzare questo loro scopo scellerato con ogni mezzo, insistendo, per anni, e sollecitando interventi non solo presso le autorità ecclesiastiche, ma anche da parte delle autorità civili, del Ministero degli Interni, e ricorsero perfino a Mussolini in persona, ma non riuscirono mai nel loro intento. Benché il Padre si dicesse sempre pronto a partire per fare la volontà dei superiori, ogni volta accadeva qualche cosa per cui i superiori non riuscivano a dare quell’ordine. Padre Pio amava il popolo di San Giovanni Rotondo. Si sentiva parte di quella città. In una lettera al Sindaco di San Giovanni scrisse: “E quale segno della mia predilezione per il popolo di San Giovanni Rotondo, esprimo il mio desiderio che, ove i miei superiori non si oppongano, le mie ossa siano composte in un tranquillo cantuccio di questa terra”. Quel desiderio si è realizzato. Padre Pio è vissuto e morto a San Giovani Rotondo. E nel suo nome, quella cittadina è diventata uno dei centri di spiritualità più importanti.

FONTE: tonyassante.com


Un libro che, con decine di documenti, alcuni inediti, esplora il “giallo” della lunga “persecuzione” cui Padre Pio fu sottoposto in vita, e che coinvolse anche illustri esponenti ecclesiastici.

di Tony Assante (10-02-2016)

Il viaggio delle reliquie mortali di San Pio da Pietrelcina a Roma per il Giubileo della Misericordia, ha sollevato fin dall’inizio e continua a sollevare un interesse grandissimo. Giornali, televisioni e radio hanno dato ampio spazio all’evento. La gente ha risposto con entusiasmo e con affetto incondizionati che, però hanno dato fastidio a certi “illuminati”. Molte sono state le critiche, dirette o implicite. I difensori del “bene pubblico laico” si sono impegnati in analisi, commenti, valutazioni sull’opportunità di una simile manifestazione, sui costi e sull’impiego massiccio di forze dell’Ordine pubblico per salvaguardare l’incolumità di una salma. Ironizzando, ma anche con valutazioni profondamente offensive nei confronti del Santo e di migliaia e migliaia di cittadini credenti, riprese dei “media” anche all’estero. “Altro che Isis, il Medioevo è già qui grazie a Padre Pio”, ha scritto un giornale. E un noto personaggio ha affermato in un’intervista: “Padre Pio è un uomo marketing della religione… i cui resti mortali sono una mummia che fa esteticamente schifo” ed ha paragonato i fedeli del religioso ai seguaci del nazismo. Padre Pio infiamma le folle ed irrita piccole minoranze di agnostici che si ritengono depositari della sapienza e della verità. È sempre stato un “segno di contraddizione”, anche quando era in vita.

Renzo Allegri posa con i libri su Padre Pio da lui scritti prima di quello che presenta in quest'intervista.
Renzo Allegri posa con i libri su Padre Pio da lui scritti prima di quello che presenta in quest’intervista.

Su questo argomento è uscito un magnifico libro dal titolo La passione di Padre Pio, scritto da Renzo Allegri e pubblicato da Mondadori. Allegri è un giornalista e scrittore noto ed esperto di Padre Pio. Ha pubblicato una decina di libri sul Santo di Pietrelcina, tutti editi da Mondadori, e tradotti in varie lingue. In questo ultimo volume affronta un argomento particolare: le sofferenze di Padre Pio. Non quelle provocate dalle stimmate, dalle malattie, dalle febbri che arrivano fino a 50 gradi, ma le sofferenze morali, quelle che gli furono inflitte “in famiglia”, da appartenenti alla sua stessa Chiesa. È un aspetto della vita di Padre Pio costellato da diatribe durate decenni. Già nel dicembre 1968, tre mesi dopo la morte del Padre, il cardinale Giacomo Lercaro, grande amico di Padre Pio, aveva affermato in una conferenza commemorativa: «Di lui si parlò e si scrisse; lo si condannò e lo si derise; ed gli tacque….Ma ad addolorarlo nel profondo, a farlo agonizzare come il Salvatore nell’Orto degli Ulivi, era il fatto che egli non tanto “per” la Chiesa soffriva… quanto il fatto che “dalla” Chiesa soffriva».

Una storia mai chiarita apertamente. Gli autori di ispirazione cattolica tendono a ignorarla. Anzi, alcuni affermano che non è mai esistita. Dicono che si tratta di una invenzione di giornalisti in cerca di scandali. Altri, sul versante opposto, la cavalcano ingrandendola, accusando non tanto le persone responsabili dei fatti accaduti, ma la Chiesa in generale, il Papa, la Religione: sostengono che Padre Pio era un imbroglione, che si procurava le stimmate con acidi e coltelli e, richiamando appunto i documenti di condanna emanati dalle autorità ecclesiastiche, affermano che la stessa Chiesa lo riteneva tale, cioè un imbroglione, ma che, dopo la sua morte, vedendo le folle che accorrevano sulla sua tomba portando montagne di offerte, hanno cambiato idea e lo hanno proclamato santo. Ragionamenti farneticanti, ma sempre in corso, anche in questi giorni di Giubileo. Il libro di Renzo Allegri affronta questo delicato argomento e lo analizza alla luce di centinaia di documenti molti dei quali inediti, rimasti sepolti per anni negli archivi. Il Padre Pio che esce da questo libro è un faro di chiarezza, di coerenza, di integrità, di amore per la Chiesa, di santità granitica. E la documentazione che l’autore propone, smaschera le potenti lobbies che tentarono con ogni mezzo di distruggere questo gigante della santità. Lobbies che avevano alcuni esponenti anche nelle alte gerarchie ecclesiastiche.

«Oggi non è più possibile negare la persecuzione cui Padre Pio fu sottoposto e che, come affermava il cardinale Lercaro, “lo fece sanguinare come il Salvatore nell’Orto degli ulivi”», afferma Renzo Allegri. «I documenti che provano questa incredibile persecuzione, provengono dall’Archivio segreto del Vaticano. Nel 2007, Papa Ratzinger ha reso possibile la consultazione di quell’archivio fino al 1939. Quindi, è possibile vedere, consultare, controllare tutte le disposizioni emesse dai vari Dicasteri Vaticani, in particolare dal Sant’Uffizio, fino a quella data, cioè per tutto il periodo della “prima grande” persecuzione a Padre Pio, che era iniziata nel 1919».

Che genere di disposizioni?

Dichiarazioni dottrinali, interventi disciplinari, indicazioni ed esortazioni pastorali, e una enorme quantità di lettere, relazioni, denunce provenienti dei “nemici” di Padre Pio. Tutto cominciò con le prime indiscrezioni riguardanti le stimmate apparse sul corpo del giovane Padre Pio, pubblicate sui giornali nel giugno 1919. Quelle piaghe richiamavano la Passione e la Morte di Gesù. Un evento sconcertante e i giornali se ne impossessarono con avidità. Si verificarono subito anche delle guarigioni prodigiose, attribuite alle preghiere del religioso, e l’interesse popolare divenne immenso. In pochi mesi, San Giovanni Rotondo, che era una cittadina difficile da raggiungere, divenne meta di migliaia e migliaia di pellegrini, molti dei quali malati. Si scatenarono subito anche le polemiche. Alcuni videro nell’accorrere delle folle una specie di fanatismo pericoloso, Cominciarono a condannare, a inviare denunce in Vaticano e iniziò quella battaglia tra “fedeli e devoti” di padre Pio e suoi “nemici dichiarati” che continuò per tutta la vita del religioso e anche dopo. Ancora oggi le critiche non si sono assopite.

Oggi Padre Pio è considerato dalla Chiesa uno dei più grandi santi della storia: come è possibile che quando era in vita abbia subito una persecuzione del genere?

Difficile dare una risposta. Ma è accaduto. Padre Pio è morto portandosi nella tomba cinque condanne del Sant’Uffizio mai ritrattate. Durante la sua vita fu oggetto di continue accuse che provocarono 70 “visite apostoliche”, cioè 70 “inchieste giudiziarie vaticane” che si chiusero sempre con condanne e punizioni disciplinari. I vari processi per la beatificazione dimostrarono che era innocente, vittima di feroci calunnie. Un famoso teologo un giorno mi disse: “Il Demonio è in grado di conoscere (prevedere, ndr) anche il futuro. Sapeva che Padre Pio era destinato a operare un bene immenso nella Chiesa. Per questo tentò in tutti i modi di distruggerlo, creando una trappola infernale, nella quale sono caduti anche esponenti della Chiesa”.

E Padre Pio?

Da autentico santo, sopportò tutto senza mai lamentarsi. A volte piangeva per il dolore, ma ripeteva: “La Chiesa è madre anche quando percuote”.


PRESENTAZIONE DEL LIBRO

Tutto ciò che riguarda Padre Pio è stato sviscerato dai mass media, soprattutto dopo la proclamazione della sua santità. Solo un aspetto della sua vita resta ancora in ombra: la persecuzione cui fu sottoposto da parte della Chiesa.

71reWt71vrLUna persecuzione che rimane un enigma. Iniziata subito dopo la comparsa delle stigmate sul corpo del religioso, è durata, sempre più accanita, per il resto della sua vita e per diversi anni anche dopo la morte. Padre Pio visse in un continuo dissidio. Tremendo. Martirizzante.

Furono molte le persone umane fallibili che, all’interno della Chiesa cattolica, ebbero il compito di giudicare la sua vita, la sua condotta e i suoi fenomeni mistici, e che si sbagliarono clamorosamente. La cosa grave sta nel fatto che quelle persone erano ai vertici di vari dicasteri vaticani, in particolare il Sant’Uffizio, il supremo tribunale per la difesa della fede.

«Dimenticare le sue sofferenze significa tradirlo», mi disse un giorno Fra’ Modestino, un confratello di Padre Pio, considerato, dopo la morte dello stigmatizzato, il suo erede. Non è possibile pensare Gesù senza croce; non è possibile pensare Padre Pio senza sofferenze. Questo libro intende soffermarsi soprattutto sul racconto di queste sofferenze “morali e spirituali”. E sulle persecuzioni che ne furono causa e che il religioso subì per tutta la vita.

Il racconto si basa su migliaia di documenti conservati nell’Archivio segreto del Vaticano e in quello del Sant’Uffizio. Ma anche documenti degli archivi dell’Ordine dei Frati Cappuccini, dei Cappuccini della Provincia di Foggia e di archivi privati di laici che ebbero ruoli estremamente importanti in questa vicenda. Molti di questi sono inediti.

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FONTE: tonyassante.com



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