Il 16 giugno di vent’anni fa, il beato padre Pio da Pietrelcina entrava a far parte del canone dei santi. Ripercorriamo gli inizi del processo dagli archivi del mensile ufficiale della provincia cappuccina di Foggia, Voce di Padre, fondato dal compianto P. Gerardo di Flumeri, confratello di P. Pio e vice-postulatore della causa.
di P. Gerardo di Flumeri
Aperto ufficialmente il 20 marzo 1983, il Processo cognizionale sulla vita e le virtù del servo di Dio Padre Pio da Pietrelcina procede normalmente.
Dal 20 marzo alla fine di giugno si sono avute ventiquattro sessioni e sono stati ascoltati sette testimoni. Le udienze hanno avuto luogo, in forma riservata, presso la curia arci- vescovile di Manfredonia.

Sospese durante i mesi estivi (luglio-agosto), le sessioni sono riprese con l’inizio del corrente mese di settembre e dureranno, salvo qualche breve interruzione, sino alla fine del mese di giugno del prossimo anno. Il 4 e 18 giugno u. sc., il presidente del Tribunale, sua eccellenza reverendissima monsignor Valentino Vailati, arcivescovo di Manfredonia, ha costituito la Commissione Storica, la quale, non concedendosi né ferie né riposo, ha lavorato alacremente durante i mesi scorsi.
In tal modo il Processo del venerato Padre va avanti, non trascurando nessun elemento sia a livello di disposizioni orali e sia a livello di documentazione scritta, secondo la mente della Costituzione Apostolica Divinus perfectionis Magister del 25 gennaio 1983.
Formuliamo l’augurio che questo complesso e delicato lavoro possa essere completato in tempi ragionevolmente brevi, in modo da trasmettere quanto prima alla Sacra Congregazione per le Cause dei Santi gli atti dell’inchiesta diocesana.
È per questo che chiediamo la fervente preghiera di tutti i devoti e figli spirituali del venerato Padre Pio.
Il lavoro della commissione storica
[…] Vorrei illustrare il lavoro che detta commissione è chiamata a svolgere, affinché i no- stri cortesi lettori siano al corrente di tutto ciò che riguarda la Causa del venerato Padre. La nuova legislazione per le Cause dei Santi, promulgata con la Costituzione Apostolica Divinus perfectionis Magister del 25 gennaio 1983, autorizza i vescovi diocesani a raccogliere, auctoritate propria, tutte le prove necessarie per una Causa di canonizzazione. Dette prove sono contenute non soltanto nelle deposizioni testimoniali rese a viva voce, ma anche nella documentazione scritta esistente presso archivi, biblioteche ed altri luoghi.

Pertanto mentre il Tribunale Ecclesiastico raccoglie le prime, con l’ascolto dei vari testimoni, la Commissione Storica è incaricata di acquisire la seconda con accurate indagini e ricerche.
La Istruzione della Sacra Congregazione per le Cause dei Santi, fatta pervenire all’arcivescovo di Manfredonia per il 20 marzo 1983, prevede espressamente che l’eccellentissimo Ordinario affidi il delicato incarico a persone esperte in storia ed archivistica.
Il lavoro di queste persone abbraccia: primo, la raccolta di tutti gli scritti, editi e inediti, del servo di Dio; secondo, la raccolta di tutti i singoli documenti storici concernenti la Causa, sia manoscritti e sia stampati.

Il lavoro di questi esperti è collegiale, per cui la loro responsabilità è in solidum. Il loro compito, però, non si limita alla semplice raccolta dei vari documenti, ma richiede anche una valutazione degli stessi, specialmente per quanto concerne la loro autenticità e il loro valore.
Considerata la vasta produzione letteraria esistente sul venerato Padre Pio, si può facilmente intuire la mole di lavoro che gli esperti della Commissione Storica sono chiamati a fare e il periodo di tempo di cui hanno bisogno per poter portarlo a termine.
Espletato il lavoro, essi devono consegnare tutta la documentazione raccolta all’arcivescovo e, in una relazione scritta, descrivere le indagini effettuate, elencare i documenti ritrovati, esprimere un parere in merito alla loro autenticità e al loro valore. Inoltre devono delineare la personalità del servo di Dio, come risulta dagli scritti e dai documenti.
Infine gli stessi esperti devono essere convocati come testes ex officio e, sotto giuramento, dichiarare quanto segue: 1. Che hanno espletato tutte le indagini e che hanno raccolto tutti i documenti riguardanti la Causa; 2. Che non hanno falsificato e mutilato nessun documento.
L’iter di questo complesso e delicato lavoro prevede che, a conclusione, tutti gli scritti e i documenti raccolti dai membri della Commissione Storica, come pure quelli consegnati da altre persone, vengano dichiarati autentici con la firma e il timbro del notaio del tribunale o di un pubblico ufficiale. […] Tutti, nell’assunzione dell’incarico, devono prestare giuramento de munere fideliter adimplendo e de secreto servando.
I membri della Commissione Storica, nominati dall’arcivescovo di Manfredonia, sono cinque: il padre Alessandro da Ripabottoni, il canonico don Giosuè Fini, l’avvocato Berardino Tizzani, il professor Antonio Cascavilla, il dottor Michele Capuano.
Al termine di queste brevi note sul lavoro ad essi affidato, mi è gradito testimoniare della loro serietà professionale, della loro particolare competenza e della loro incondizionata dedizione alla Causa del venerato Padre Pio.
(da Voce di Padre Pio, anno XIV, n. 9, settembre 1983)
Primo atto dell’arcivescovo di Manfredonia fu quello di nominare i membri del Tribunale. Essi sono:
- S.E. Rev.ma mons. Valentino Vailati, arcivescovo di Manfredonia, presidente;
- don Michele Di Gioia, parroco di San Giovanni Rotondo, vice presidente;
- don Antonio D’Amico, professore di filosofia, promotore di giustizia;
- don Michele Nasuti, parroco di Manfredonia, notaio attuario;
- don Pasquale Vescera, assistente del seminario di Manfredonia, notaio aggiunto;
- don Vincenzo Biancofiore, segretario dell’arcivescovo, cursore.
(da Voce di Padre Pio, anno XVI, n. 4, aprile 1985)
(Fonte: Voce di Padre, n. 2, febbraio 2022)