L’atteggiamento burbero e scontroso del Frate santo di Pietrelcina era soltanto una maschera che gli serviva per incalzare i penitenti e per difendersi dalla pressione dei suoi devoti.
L’atteggiamento burbero e scontroso di padre Pio era soltanto una maschera che gli serviva per incalzare i penitenti e per difendersi dalla pressione dei suoi devoti. Ma in realtà, come racconta uno dei suoi biografi, padre Alberto d’Apolito, «ben volentieri padre Pio, dopo il pranzo, partecipava alla ricreazione coi confratelli per qualche quarto d’ora». E anche quando padre Pio, all’orario di cena, era autorizzato a restare nel coro a pregare – ricorda padre Gerardo Di Flumeri – «dopo cena, però, si faceva trovare immancabilmente sul terrazzo, dove passava con i confratelli il tempo prescritto per la ricreazione in fraterna allegria».

Soprattutto i frati più giovani non mostravano soggezione nei suoi riguardi, prendendolo benevolmente in giro. «Padre spirituale – gli diceva un giorno padre Eusebio Notte, riferendosi al vocione di padre Pio – lei mi può insegnare a recitare qualche Ave Maria, ma mi stia a sentire: se in Paradiso si canta, sarà bene che venga un po’ a scuola da me…». E padre Pio: «Proprio tu parli, con questa vocina che non si sente!». Un altro giorno, padre Vincenzo da Montemarano cercava padre Pio, che stava in un’altra stanza. Quando lo trovò, padre Pio gli chiese: «Ma come hai fatto a sapere che ero qui?». E padre Vincenzo: «Ho fatto come i cani, mi sono affidato al fiuto», alludendo al ben noto profumo che spesso emanava dal Frate. […].
Fra le tantissime lettere che giungevano al convento, molte erano di gratitudine per le grazie ricevute in seguito alle preghiere di padre Pio. Commentandole con i confratelli, il Padre osservava umilmente: «Se il Signore dovesse badare ai meriti miei, dovrebbe fare tutto il contrario di quanto chiedo, come con quel tal prete». E subito dopo spiegava: «C’era un prete che, richiesto da un contadino di dire la Messa per la guarigione di una vacca, al Memento, alzando la voce, disse: “Signore fa’ morire la vacca a quel buon uomo”. Alla fine della Messa il contadino entrò in sacrestia per fare le sue rimostranze, ma il prete lo precedette: “So quel che mi vuoi dire, ma non ti preoccupare, perché in realtà ho pregato per la tua vacca: siccome io sono un peccatore, il Signore fa sempre tutto il contrario di quel che chiedo”».
Tratto da “Padre Pio, sulla soglia del Paradiso” di Saverio Gaeta (pp. 65-67).
(Fonte: Il Settimanale di Padre Pio)