La gratitudine dei devoti

Testimonianze raccolte dal mensile Voce di Padre Pio dell’ottobre 2007.

Come “sistemare” due figlie

Era da un po’ di anni che nella mia famiglia le cose non andavano per il verso giusto. Ogni sera mi addormentavo pregando e sperando che il giorno dopo fosse migliore di quello ormai passato. La mia prima figlia era disperata perché, dopo sei anni di matrimonio, non riusciva ad avere il dono della maternità. L’altra figlia, aveva vissuto due brutte esperienze sentimentali e non ancora era riuscita a trovare un ragazzo che le volesse davvero bene. Soffrivo tanto nel vederle così inquiete e deluse. Un giorno mio cognato d invitò a fare un viaggio a San Giovanni Rotondo. Accettammo. Appena giunti nel santuario incominciai a provare un senso di pace e di tranquillità. Mi afferrò una grande emozione, che mi riempì gli occhi di lacrime. Mi immersi subito nella preghiera. Facemmo ritorno a casa e, trascorso un po’ di tempo, avemmo la bella notizia che la mia primogenita era incinta e che fra nove mesi saremmo diventati nonni. La seconda figlia, avendo conosciuto un bravo ragazzo e trovato un buon lavoro, cominciava a far progetti di matrimonio. Ringraziai e continuo a ringraziare di vero cuore Padre Pio per avermi concesso queste due grazie ed aver ridato alla mia famiglia pace e serenità.

SILVANA MARZO, TORCHIAROLO (BR)


Mi basta pensare a lui

Da cinque anni convivo con un linfoma cerebrale non X-Hodgkin, che ha cambiato la mia vita. Infatti prima lavoravo come elettricista in una raffineria di petrolio ed avevo le abitudini ed i tempi di un operaio impegnato otto ore al giorno. Il mio unico svago era lo sport (insieme ad altri amici allenavo una squadra di atletica leggera), che mi serviva per scaricare le tensioni accumulate nella giornata e per avere una buona forma fisica. Ora, pensionato perché riconosciuto inabile, ho trovato la serenità grazie a Padre Pio, da me invocato nei momenti tristi e di sconforto. Basta che io pensi a Lui per sentirmi meglio. Mi dedico ad attività di volontariato sostenendo l’associazione italiana contro le leucemie-linfomi e mieloma. Sulla tomba di San Pio ho deposto la mia gratitudine per l’aiuto spirituale ricevuto.

BATTISTA SECCI, SELARGIUS (CA)


Basta spinelli!

Mio figlio, di circa vent’anni, aveva preso la brutta abitudine di fumare spinelli. Consapevole del male e delle conseguenze che ne potevano derivare, chiesi a Padre Pio di allontanarlo da quel vizio micidiale. Partecipai quindi ad un pellegrinaggio a San Giovanni Rotondo e sulla tomba del Santo rinnovai la mia preghiera. Quando feci ritorno a casa, presi l’immaginetta di Padre Pio che avevo portato con me e la misi nella scatola in cui mio figlio aveva …”la roba”. In maniera sorprendente sono stata esaudita. Mio figlio ha smesso di fumare e mi ha detto con tanta convinzione: «Mai più spinelli!». Rendo lode a Dio e a San Pio da Pietrelcina.

UNA MAMMA DEVOTA DI CIVITAVECCHIA


Padre Pio è arrabbiato

Mia figlia Pina, da un po’di tempo, non stava bene. Cercavo di convincerla a farsi visitare o a sottoporsi ad un ricovero ospedaliero, ma inutilmente. Aveva una grande avversione per medici e medicine. Intanto continuava a perdere peso e a star male. Un’altra mia figlia, una notte, sognò Padre Pio che le disse: «Sono molto arrabbiato con tua sorella, per il suo comportamento con se stessa e perché non vuole prendersi cura della sua salute». Dopo qualche giorno, in seguito al racconto di questo sogno, mia figlia si decise a farsi visitare e a fare delle analisi cliniche. Purtroppo queste ultime diedero risultati allarmanti che determinarono l’immediato ricovero. Ci furono una serie di accertamenti e terapie, ma senza buoni risultati, quindi le dimissioni, con una diagnosi di “infiammazione alle mucose duodenali”. Un pomeriggio, sul lungomare di Sperlonga, accanto ad una statua di Padre Pio, Pina si fermò a pregare. Ad un tratto fu investita da un misterioso profumo di rose e di tuberose. Non d erano fiori nei paraggi, anzi, c’erano piuttosto depositi di rifiuti. Da quel momento mia figlia cominciò a star meglio e ad avviarsi gradatamente verso la completa guarigione.

VINCENZINA ACCURSO, CASORIA (NA)


Il male non c’era più

Un anno e mezzo fa ad un mio carissimo congiunto venne diagnosticato un tumore maligno. Tutti, in famiglia, cademmo nello sgomento e nello sconforto. Mentre l’infermo si sottoponeva ad una chemioterapia, mi rivolsi con fede e speranza a San Pio da Pietrelcina di cui sono tanto devota. Poi ci furono ulteriori esami clinici. La sera prima della data fissata per il ritiro dei risultati, avvertii in casa un forte profumo di rose. Mi commossi pensando a Padre Pio. L’indomani dai risultati, attesi con ansia, risultò la completa scomparsa del male. Ed esternai tutta la mia riconoscenza ed una profonda gratitudine a San Pio.

KATIA, VENEZIA

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